venerdì 27 gennaio 2017

#LaLaLand: un film dedicato ai folli e ai sognatori. 10/10

Ieri sera dopo mesi e mesi d'attesa ho finalmente visto La La Land. Non ho saputo aspettare nemmeno un secondo di più e sono corsa a vederlo proprio nel giorno del suo arrivo al cinema. 
E' senza ombra di dubbio uno dei film più belli che io abbia mai visto ed è ufficialmente nella top 5 dei miei film preferiti. Scritto e diretto da Damien Chazelle, di cui ho già amato Whiplash alla follia, il film ha ricevuto riconoscimenti in lungo e in largo, dalla Mostra del cinema di Venezia ai Golden Globe fino ad arrivare alle ben 14 nominations per gli Oscar del prossimo 26 febbraio, che lo equiparano ai numeri raggiunti in passato solo da Titanic ed Eva contro Eva. Tutto quest'entusiasmo per un musical non si vedeva dai tempi di Chicago (se tu che stai leggendo non lo hai mai visto colma immediatamente questa tua vergognosa mancanza). Io amo i musical, ammiro stupita l'intrecciarsi della narrazione con la danza e adoro quando si lascia alle canzoni il potere di raccontare la storia. Lo ritengo uno dei generi più difficili con cui un artista possa relazionarsi perchè deve essere in grado non solo di recitare, di cantare e di ballare, ma deve farlo contemporaneamente. E lo stesso vale per i registi, le cui competenze devono abbracciare ambiti che si estendono aldilà di quello puramente recitativo. 
Ho visto La La Land circa diciotto ore fa eppure mi sento come se fossi ancora li seduta al mio posto- anche un po' scomodo in verità, dato che lo proiettano nella sala più scadente del multisala. La La Land ha preso il mio cuore, lo ha riempito, lo ha infranto, lo ha rigenerato e poi, non contento, se l'è pure tenuto. Ecco cosa ha fatto questo film. Ecco cosa dovrebbero fare tutti i film. Ed io avrei voluto scriverla prima questa recensione- credetemi ci ho provato- ma non ci sono riuscita perchè non sapevo come tramutare in parole il frullato di emozioni che avevo- e che ho ancora- dentro di me, proprio qui, alla bocca dello stomaco. Mi pare che qualcuno le chiami farfalle e che si sentano quando ti innamori. Si, perchè io di questo film mi sono innamorata. 

La storia potrebbe sembrare semplice e banale se si da un'occhiata veloce alla trama, ma in realtà grazie allo spessore e alla caratterizzazione dei personaggi diventa l'esatto opposto. Lui pianista jazz e lei aspirante attrice uniti dalla volontà di realizzare i propri sogni. E' quello che conta: non smettere mai di crederci, di provarci, di lottare, di insistere. Questo film è un dono a chi non ha mai smesso di sognare ed un promemoria per quelli che invece sono in procinto non solo di chiudere il cassetto, ma di portare il comodino in soffitta. Se a questo, a tutta questa determinazione ci aggiungete l'amore, un amore dolce, pieno, sincero, che non limita, che lascia la facoltà di inseguire la proprie aspirazioni, che è prima di tutto verso se stessi, che c'è e si vede, che porta il nome di un bar, allora il quadro vi sarà completo. Non vi basta? Aggiungete la complicità, il jazz, la follia, il romanticismo, una Hollywood moderna ma anni cinquanta, John Legend con il dolcevita color cammello e mi femro qui. 
E' inutile dirvi che la scena in cui in un vecchio cinema impolverato le loro mani titubanti si intrecciano alla luce di Gioventù Bruciata, solo uno dei tanti riferimenti presenti all'interno del film,
è quella che mi ha emozionato di più, insieme a quella all'Osservatorio, ovviamente. Il finale, e non aggiungo altro, è stupendo, una delle cose più belle in un insieme di cose bellissime. 

Rayan Gosling ed Emma Stone sono a dir poco spettacolari. Rayan Gosling balla il tip tap, cucina, suona sempre con una mano in tasca, con una disinvoltura tale ed un sex appeal che sfido chiunque ad avere; Emma Stone è bravissima, leggiadra nei movimenti del valzer e così coinvolgente con quei sui grossi occhioni blu che se avessi potuto ci sarei andata anche io a vedere il suo one-woman show solo per farla felice. La colonna sonora è formidabile, tant'è che sono due le canzoni del film candidate all'Oscar, City of Stars, in assoluto la mia preferita difatti è già entrata nella mia playlist, e The fools who dream, che racchiude per me le categorie di persone a cui questo film è dedicato: i folli e i sognatori. Ho adorato la fotografia e le scene girate in piano-sequenza (cioè senza stacchi) seguendo movimenti circolari. Purtroppo nonostante la sfrenata pubblicità per farlo diventare un film di massa (De Martino testimonial e le venti persone in sala con me di ieri sera ne sono la prova), La La Land non è un film per tutti, semplicemente perchè il musical è un genere che difficilmente piace. Ma se questo presupposto ve ne dovesse limitare la visione, vi prego, superate i vostri limiti, uscite fuori dagli schemi, procedete ad uno strappo alle regole e guardatelo. Non ve ne pentirete. 

Avrei voluto non finisse mai e non vedo l'ora di rivederlo. Ancora, ancora e ancora. La visione di film come questi mi ricorda perchè il cinema è chiamato la settima arte e, sopratutto, perchè mi piace così tanto. La La Land è da dieci, e se potessi gli darei anche di più. 

A presto,

Emme. 

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