giovedì 5 gennaio 2017

#CollateralBeauty: cast stellare e trailer mozzafiato non bastano. 5/10

Avevo grandi aspettative su Collateral Beauty. Le avevamo tutti, in realtà. E la sala piena di ieri sera nonostante il film di Siani in quella accanto ne è stata prova tangibile. Sono state soddisfatte? Non del tutto. Erano troppo alte? Forse. Non voglio dire che non mi è piaciuto per niente perchè mentirei, alcune cose le ho trovate adorabili. Altre invece non è che non sono riuscita ad apprezzarle, è che proprio non le ho capite. E non è quel genere di confusione all'Inception; è proprio non riuscire a trovarci un senso logico, una conclusione.


In teoria il protagonista del film avrebbe dovuto essere il dolore di Howard, interpretato da un Will Smith un po' sotto tono a mio parere- ed io sono una che Will Smith lo adora; in pratica, tralasciando il fatto che Will Smith è assente dallo schermo per la maggior parte del tempo e che a stento parla, i personaggi che lo circondano e che avrebbero dovuto essere funzionali al racconto della sua storia lo sovrastano a tal punto che quasi scompare. E' come se ci fossero due trame: una che riguarda Howard ed il suo dolore ed un'altra incentrata sui suoi colleghi e sugli attori da loro ingaggiati per provare la presunta follia dell'azionista di maggioranza ed escluderlo così dalle trattative di un contratto importante per la società per cui tutti insieme lavorano.  
La prima trama è lenta e viene continuamente messa in ombra dalla seconda; nemmeno il colpo di scena finale riesce a farla risaltare. La seconda è quella che tra le due mi è piaciuta di più: bello il meta-teatro e bella l'idea dell'associare ogni personaggio ad uno dei destinatari delle lettere di Howard, creando così un alternarsi di contrapposizioni tre-tre ed uno-uno. Però l'avrei vista meglio per una commedia; ne sarebbe uscita una versione divertente e moderna di "A Chirstmas Carol" di Dickens. Qui, in questo contesto, mi è sembrata forzata. Sia perchè sembra messa li per aumentare la drammaticità- come se poi non ce ne fosse abbastanza- sia perchè l'idea di qualcuno che si prende gioco di un dolore così intenso come quello di Howard per avere un tornaconto personale proprio non mi entusiasma, anzi ha su di me l'effetto opposto. In più il fatto che la Morte, il Tempo e l'Amore non siano delle reali proiezioni della sua mente ma vengano al contrario interpretate da veri attori, mi ha dato l'impressione di essere qualcosa di finto e per questo nemmeno le battute mi hanno emozionata più di tanto, in quanto le immaginavo parte di un copione e non frutto dell'anima (non so se sono riuscita a spiegarmi, giuro che nella mia testa ha perfettamente senso).
Le due trame avrebbero forse dovuto intrecciarsi in qualche modo, alla fine ci provano anche ma non ci riescono per nulla. Sembrano due film separati che insieme non ne fanno uno buono. 
La spiegazione del titolo, buttata li a caso in mezzo al film e poi ripresa quasi alla conclusione, è una delle cose che proprio non sono riuscita a capire. E' stata fatta perchè si doveva, una pezza a colori direbbe mia nonna, ma non ha letteralmente senso. Se quella spiegazione voleva essere il messaggio del film, mi dispiace ma io non sono riuscita a coglierlo. Magari se qualcuno di voi ci è riuscito me lo fa sapere. 

Il cast c'è, eccome se c'è. Edward Norton, Kate Winslet, Michael Peña, Keira Knightley, Helen Mirren; i loro nomi non necessitano di commenti. Bellissima la colonna sonora, anche se un po' assente, dei One Republic. Intenso il trailer. Ma tutto questo non basta, non stavolta. 
Il mio non è un giudizio positivo, è questo penso si sia capito. Sono delusa. 5/10.

A presto,
Emme.


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