domenica 11 gennaio 2015

#TimBurton vs #ClintEastwood: scontro all'ultimo biglietto.

Il cinema americano ha deciso di farci iniziare bene l'anno: dal 1 gennaio nelle sale italiane sbarcano #BigEyes e #AmericanSniper, rispettivamente diretti da personalità che non hanno bisogno di presentazioni: Tim Burton e Clint Eastwood.
Uno scontro all'ultimo biglietto, ad armi rigorosamente pari: due storie vere, due grandi cast, due auto produzioni, due grandi registi.




Big Eyes racconta la storia della pittrice americana Margaret Keane e delle sue opere dagli occhi grandi e tristi, di cui il marito decide di prendersi il merito. Un grande atto di coraggio e l'appoggio della figlia spingono l'artista a denunciare l'uomo che l'aveva ingannata sin dal primo incontro, e a dimostrare in tribunale la maternità delle sue opere. E' un film che di burtoniano ha ben poco: il tocco del regista si riconosce nelle inquadrature, nell'attenzione ai colori brillanti, quassi accecanti, e nello humor sottile che contraddistingue i dialoghi. Niente di più. Il momento della presa di coscienza e la volontà di affermare se stessa in quanto donna e artista in una società fortemente maschilista come quella degli anni cinquanta e sessanta, si riduce agli ultimi dieci minuti del film. Molto lento. Lo so, la storia è quella, non poteva di certo stravolgerla, ma mi aspettavo qualcosa di più. Bellissima la colonna sonora firmata #LanaDelRey, che le è valsa una canditatura ai Golden Glob.


American Sniper, basato sull'omonima biografia, 
racconta del più grande cecchino della 
storia militare americana, Chris Kyle
del suo impegno al fronte e degli effetti che 
la guerra ha su coloro che la guerra la fanno. 
L'idea comune è che sia un'americanata: l'esaltazione dell'eroe americano così dedito al suo Paese da metterlo prima della sua famiglia sullo sfondo della guerra in Iraq, a mio parere è solo la superficie. Il compito del SEAL era quello di uccidere, di sparare e fare centro, ma ciò non lo trasforma un mostro: resta un uomo, che esita prima di lanciare il proiettile che uccide il bambino, che soffre sulla sua pelle le conseguenze delle sue scelte. Eastwood si vede nella chiarezza delle scene, nell'introspezione dei personaggi, nella capacità di raccontare la storia. Presenta la guerra così com'è: spietata e piena di polvere. A mio parere, una gran bell'americanata, che conferma il primo posto al box office.

Io li ho visti entrambi e ai grandi occhi neri dei quadri della Keane, ho preferito quelli color ghiaccio di Bradley Cooper che guardano nel mirino. 
Quindi squillino le trombe, abbiamo un vincitore!
In attesa della prossima sfida vi saluto, ricordandovi che gennaio è un grande mese: ricominciano tantissime serie tv. A presto,

Emme.