Mettendo un
punto al flusso di coscienza che ha anticipato questo ritorno alle origini, parliamo
di quello per cui tutti avete accettato il mio invito- Maria De Filippi, chi?:
A STAR IS BORN. Opera prima alla regia per Bradley Cooper, che ne è anche co-sceneggiatore
e coproduttore, ed esordio nel ruolo da protagonista per Lady Gaga, il film è
un remake del lungometraggio “E’ nata una stella” del 1937, giusto oggi al suo
terzo rifacimento. L’idea originaria della casa di produzione Warner Bros era di affidare la regia a Clint Eastwood ed il ruolo da protagonista a
Beyoncé ma entrambi hanno prima accettato e poi abbandonato il progetto per questioni
lavorative. E forse- lasciatemelo dire- è stato molto meglio così. Abbiamo già avuto l'occasione di ammirare la signora Carter sul grande schermo- in Dreamgirls e nella Pantera Rosa, giusto per citarne un paio- e tanto di capello, per carità, ma privarsi di quella bomba
di artista e performer che è Lady Gaga sarebbe stato un crimine contro
l’umanità. Una parte che le calza a pennello quella offertagli da Bradley Cooper e che dice di Stefani Germanotta
molto più di quello che sembra: i temi della bellezza, dell’unicità e
dell’accettazione di se stessi sono molto cari a Lady G, tanto da cantarli a
squarciagola nel suo secondo album “Born this way”, uscito nel lontano 2011 (come mi sento vecchia). La Gaga di
Alejandro e Judas, fatta di tacchi vertiginosi e di vestiti di carne bovina, ha lasciato il posto ad un’artista più matura e consapevole che in Joanne (2016), che porta il suo secondo nome ed è anche il mio preferito, si mette completamente a nudo. Un
percorso artistico che è l'esatto opposto di quello di Ally, di cui Lady Gaga veste i panni, che invece accantona la sua parte più vera e si guadagna il successo a suon di talento e cliché pop. Gaga brilla così tanto in questo ruolo che a tratti Bradley Cooper sembra quasi recitare alla sua ombra. A volte un po' assente, la performance del coprotagonista e regista è potenze ma silenziosa, non ha paura di fare un passo indietro per lasciare a Lady Gaga la possibilità di emozionare in tutto il suo splendore. La storia che viene raccontata non è sorprendente e sotto molti punti di vista è anche abbastanza prevedibile, eppure la costruzione dei personaggi e l'intesa quasi palpabile tra i due protagonisti rende tutto decisamente magico. Un film doloroso per i romantici cronici, per gli innamorati dell'amore e per quelli che nelle relazioni non conoscono le mezze misure.
La fotografia è tra le cose che più mi sono piaciute del film: ci sono moltissime scene perfettamente simmetriche (mi viene in mente una delle prime, quella in cui Ally esce dal bagno e si ferma esattamente al centro dell'inquadratura ed urla oppure quella in cui Jackson Maine viene messo a letto dal fratello ed Ally è seduta al centro esatto del letto che è anche il centro esatto dell'inquadratura). Ancor più bella della fotografia è la colonna sonora, interamente composta da Lady Gaga e Brandly Cooper e cantata nel film con voce dal vivo da entrambi, si, anche da Mr Occhi di Ghiaccio. "Shallow", "Always remember us this way" e "Maybe it's time" mi hanno letteralmente conquistata e sono già entrate nella mia playlist dei brani più ascoltati di Spotify. C'è da dire che sul talento cantautorale e sulla potenza vocale di Lady Gaga non ho mai avuto dubbi.
Bradley Cooper è nella top 5 dei miei attori preferiti, ha fatto veramente un ottimo lavoro e spero ci siano tanti nuovi progetti per lui all'orizzonte. Il suo film riesce a toccare tutte le corse giuste, tanto della chitarra che regge spesso con una mano mentre con l'altra si aggiusta i capelli che così lunghi gli danno un'aria molto vissuta, quanto del cuore. Io sento già odore di Oscar, quantomeno di nominations. Assolutamente consigliato.
A presto,
Emme.