mercoledì 26 novembre 2014

#Mockingjay-ParteI: se noi bruciamo, voi bruciate con noi.

Dopo la preparazione di un esame che mi ha succhiato l'anima stile Dissennatore, ho finalmente il tempo di fare quello che avrei voluto fare incessantemente da quando sono uscita da quella sala lo scorso venerdì sera: parlare di #MockingjayParteI.
Prometto che farò del mio meglio per essere il più obiettiva possibile anche se quando si fa parte di un fandom è un po' difficile controllarsi.



Per chi non avesse ancora capito a cosa mi riferisco, sto parlando della prima parte del terzo e ultimo capitolo di una delle saghe più famose degli ultimi anni, #HungerGames.

I giochi sono finiti, ora è tempo di fare i conti con la realtà. Una Katniss in un primo momento insicura e ancora sconvolta dall'esito dell'edizione della Memoria, lascia subito il posto alla vera Ghiandaia simbolo della rivoluzione che ormai divampa nei distretti. Determinata ad abbattere e distruggere Capitol City ad una sola condizione: salvare Peeta, ostaggio del presidente Snow. E lui per ringraziarla la strangola, mi sembra giusto.
Ah, vorrei dirvi tante cose ma non posso. 
No spoiler.

La divisione in due parti no, proprio no. Interrompere la storia nel punto in cui tutto sta per iniziare è proprio una cattiveria, sia per chi ha letto il libro, sia per chi adesso deve aspettare un altro anno per sapere come va a finire. 
Molti di voi mi hanno scritto di averlo trovato deludente e noioso, e mi dispiace davvero tanto perchè sono convintissima che se fosse stato un unico film non avrei sentito le stesse parole, ma purtroppo per guadagnare di più si è disposti a tutto, perfino a sacrificare la storia che è fonte del guadagno stesso. 

Una cosa che ho apprezzato molto, insieme alla totale fedeltà al libro, è stata la scelta di non optare per il 3D nonostante la forte presenza di scene che in tre dimensioni sarebbero state spettacolari, come l'esplosione della diga o la caduta degli hovercraft: ha permesso di concentrarsi sullo sviluppo dei personaggi e degli eventi, senza essere costretti ad aggiustarsi continuamente quei bruttissimi occhialetti portatori di mal di testa.

Il cast di attori è spettacolare: da #JenniferLawrence al piccolo di casa #Hemsworth, da #JoshHutcherson a #PhilipSeymourHoffman, a cui, in seguito alla scomparsa, è stata dedicata la pellicola. 
Le scene più belle sono quelle in cui gli sguardi la fanno da padrona: la rabbia di Katniss nel Distretto12 dopo il bombardamento, l'instabilità mentale di Peeta intervistato dalla versione panemiana di Barbara D'Urso o il compiacimento di Plutarch ammirando il volto della ribellione. La dimostrazione che le emozioni raramente passano attraverso la bocca.

Anche se Katniss Everdeen non esiste, il messaggio che trasmette è reale: il sistema può essere combattuto e addirittura abbattuto. La forza è nel popolo, nella volontà di dire basta all'oppressione e di lottare per ottenere ciò che è giusto. Per questo Hunger Games è così amato, perchè da speranza




In attesa del prossimo film, ultimo della trilogia, vi saluto. Ricordate: se noi bruciamo, voi bruciate con noi.
A presto tributi,

Emme.



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