lunedì 26 dicembre 2016

The Night Of- la serie che dovete assolutamente guardare.

Con l'intestino che cerca ancora di digerire il pranzo di ieri e con i libri che mi fissano perchè è proprio arrivato il momento di aprirli, auguro a tutti voi un felice Natale. Spero che le vostre feste stiano andando proprio come desideravate.


Io mi sto impegnando per cercare di recuperare tutti gli arretrati di cui vi ho parlato- sono in pari con Empire, sto recuperando TWD e conto di iniziare Shameless a breve- ed in più sto provando a non rimanere indietro con nessuna delle serie che sto guardando al momento. Venerdì 23- poco prima dell'apertura delle abbuffate natalizie- è stata trasmessa l'ultima puntata di The Night Of ed oggi, prima che mio padre me la spoilerasse (lui l'ha vista ieri sera), in un momento di pausa da parenti e pasticelle, mi sono impadronita del telecomando per guardarla e poterne finalmente parlare con voi. 
In realtà parlare di puntata sarebbe riduttivo data la sua durata- 103 minuti segnati da Sky OnDemand, circa 97 di episodio effettivo- eppure quello che ho visto ha concluso una miniserie e non una saga cinematografica. Se non avete letto il mio post precedente (link qui)- nel caso siete delle brutte persone- vi ricordo brevemente di cosa vi sto parlando: trasmessa da Sky Atlantic a partire da fine novembre, The Night Of è una miniserie in otto puntate prodotta dalla HBO che racconta come lo studente universitario Nasir, di origine pakistana, in una notte apparentemente come tutte le altre si sia trovato incastrato dall'arma del delitto e diverse testimonianze in un omicidio che però non ha commesso. Nasir si affida all'aiuto di un avvocato caduto in disgrazia per dimostrare la sua innocenza al processo. Riuscirà ad essere scagionato? Questo non ve lo dico, perchè se non l'avete vista dovete assolutamente vederla. 

Il personaggio di Nasir -interpretato da Riz Ahmed- è quello che si evolve maggiormente nel corso della storia: le accuse, il carcere, le nuove amicizie e la droga contribuiscono a farlo apparire forte e fiero all'esterno, ma ancor più debole e insicuro nel profondo. Non a caso il suo è un cambiamento sopratutto fisico- sviluppa due spalle che lo fanno assomigliare all'armadio di Narnia- che però non si accompagna a una fortificazione interiore: non prende mai nessuna decisione da solo, ma anzi, lascia sempre che siano gli altri a scegliere per lui, facendosi quasi manipolare, anche se in realtà vogliono tutti aiutarlo. Credo che i tatuaggi che puntata dopo puntata decorano il corpo prima esile e poi muscoloso di Nas siano i più evidenti segni di questo cambiamento: la scritta sin (peccato) sulle dita, un lupo (proprio come la copertina del libro che gli regala Freddy quando dicide di proteggerlo) ed infine una corona. Nasir è stato come il batterio di un virus: ha infettato la vita di tutti coloro che sono entrati in contatto con lui; li ha travolti come un'onda e li ha trascinati a fondo con lui. Il suo cambiamento mi ha ricordato molto quello di Genny nella prima stagione di Gomorra, e la cosa non mi è dispiaciuta per niente. 


Nonostante sia immediato considerare Nasir il centro dei fatti, per me il vero protagonista della serie è John Stone, l'avvocato che lo accompagna il giovane pakistano dai primi momenti di panico nel ventunesimo distretto di polizia all'ultima udienza che decreta la sentenza finale. E' lui il protagonista peerchè è lui che manda avanti la storia, proseguendo le indagini senza esitare nemmeno un secondo dell'innocenza del suo assistito. Inizialmente doveva essere interpretato da James Gandolfini, il famoso Tony de I Soprano, ma in seguito alla sua morte nel 2013- a lui infatti è dedicata la serie- il ruolo è stato affidato prima a Robert De Niro e poi definitivamente a John Turturro. 

La serie ha un andamento ciclico, e l'ultima puntata ne rappresenta la perfetta chiusura. Se vi dicessi che ho amato la risoluzione degli eventi sarei una bugiarda: avrei sì voluto che le cose si fossero concluse allo stesso modo, ma seguendo un iter diverso. Insomma, avrei voluto la stessa fine, ma un mezzo diverso per arrivarci, un colpo di scena- una presa di posizione da parte dell'accusa, in modo particolare- che secondo me è mancato. 
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo sono state le inquadrature,-spesso dall'alto o dal basso- e l'utilizzo della profondità di campo. 
Candidata in tre diverse categorie ai prossimi Golden Globe- miglior miniserie o film per la televisione, miglior attore in una mini-serie o film per la televisione a John Turturro, miglior attore in una mini-serie o film per la televisione a Riz Ahmed- la serie, originariamente concepita come una miniserie in otto puntante- potrebbe vedere un seguito. dobbiamo aspettarci un The Night Of 2? Pare, da fonti non ufficiali, che la HBO sarebbe disposta alla produzione di una seconda serie dato sopratutto il successo della prima da parte di pubblico e critica, mentre gli ideatori Richard Price e Steven Zaillian non sono della stessa opinione, a meno che non si trovi un valido sviluppo degli eventi che permetta alla trama di andare avanti.  



Per adesso quindi non ci resta che aspettare eventuali rinnovi e premi che potrebbero arrivare con il nuovo anno. Nel frattempo guardatela se non lo avete fatto o- come probabilmente farò io- riguardatela se l'avete già vista. Merita davvero, fidatevi di me. 

A presto,

Emme. 

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